Cosa ci spinge a creare una relazione di coppia

Per questo articolo ho preso spunto da una domanda, spesso incessante, che ci viene posta molto spesso quando siamo a pranzo con i parenti.

E la fatidica domanda è… rullo di tamburi… “ma ti sei fidanzato?”.

Ammettetelo a chi di voi non è mai stata posta questa domanda, questo quesito quasi basilare per molte persone.

Ma questa domanda per quanto semplice implica una certa complessità.

Non la domanda in sé, ma quello che ci spinge a creare una relazione di coppia.

L’innamoramento e/o il desiderio di costruire un rapporto di coppia stabile e ufficiale è un momento a cui arriviamo tutti.

In effetti è una tappa quasi necessaria nella nostra vita, un po’ come l’adolescenza.

Viviamo, cresciamo e ad un certo punto della nostra vita avvertiamo il desiderio o la voglia di progettare la nostra vita insieme a qualcun altro.

Ma vi siete mai chiesti perché sentiamo questo bisogno?

Avere una relazione con qualcuno, non è affatto semplice, anzi, all’interno di una coppia vi sono delle dinamiche complesse che spesso sfuggono al nostro controllo.

Si sperimentano emozioni forti e spesso disturbanti come la gelosia e si alternano momenti di serenità a scontri e litigi.

Eppure, anche se siamo coscienti di queste sensazioni e azioni contrastanti, se amiamo qualcuno, il desiderio di costruire una coppia è quasi inevitabile.

Questo desiderio di creare una vita di coppia viene fuori da un insieme di motivazioni e di bisogni che possiamo raggruppare in tre categorie:

  • Bisogno biologico
  • Bisogno sociale
  • Bisogno psichico

Il bisogno biologico

Il bisogno biologico è quello collegato strettamente con la sfera sessuale.

Il fatto di essere una coppia rende possibile trovare una gratificazione di carattere sessuale stabile ed evitando così le “problematiche” dei rapporti occasionali.

Questo ci permette di vivere una vita intima più appagante che include una maggiore conoscenza dell’altro, delle sue fantasie ma e soprattutto, tutto questo viene accompagnato dal sentimento che alimenta e sostiene il legame di coppia.

Avere una relazione di coppia “più fissa” ci consente di sperimentare una intimità più completa, passando dall’eccitazione al desiderio erotico fino ad una condivisione più profonda del piacere.

Quindi la coppia diventa uno spazio personale dove sentirsi liberi di esprimere in pieno le proprie pulsioni consapevoli della stabilità e della continuità degli affetti della relazione.

Il bisogno sociale

Dal punto di vista sociale la nascita della coppia è un vero e proprio rituale che comporta una assunzione di responsabilità.

Quindi il bisogno sociale di costituire una coppia, porta ad un desiderio di riconoscimento della coppia stessa e soprattutto dei ruoli che si creano al suo interno: fidanzato, fidanzata, compagno, compagna, marito, moglie.

Questa appartenenza ad un ruolo sociale porta a determinare una sorta di “identità”. Ci si va quindi a conformare alle richieste ed ai costumi del contesto sociale e culturale in cui si vive.

La coppia, ad esempio, passa dall’essere “giovane” a diventare “adulta” attraverso il riconoscimento sociale che si ottiene per esempio con il matrimonio.

Il bisogno psichico

Per quanto riguarda il punto di vista psichico (che ritengo tra i tre quello più importante), il rapporto di coppia assolve ai bisogni che abbiamo di intimità, vicinanza e di riconoscimento.

La coppia inoltre risponde al bisogno di trovare la reciprocità attraverso la condivisione di emozioni e stati emotivi analoghi.

La relazione di coppia, inoltre, ci permette di “rispecchiarci” e di riconoscerci nell’altro.

Il riconoscimento è una vera e propria esigenza che ha i tratti di una conferma narcisistica e che riguarda anche la conferma della nostra identità nel condividere la stessa condizione umana.

In coppia quindi si riesce nel compito di trovare una sorta di sensazione di completezza.

Il nostro partner diventa il desiderio illusorio di ricreare la coppia originaria madre-figlio.

Ecco perché molto spesso nel nostro partner vediamo una rappresentazione del modello genitoriale reale o desiderato.

La scelta di stare in coppia, quindi non è una vera scelta, ma è più una spinta inconsapevole, alla cui base vi sono degli stati emotivi e dei bisogni specifici che però abbiamo difficoltà a riconoscere in modo cosciente.

Ci sono anche casi a volte, in cui il desiderio di coppia non segue queste logiche ma perché alla base vi è una necessità di evitare la solitudine, si sta in coppia per “non rimanere soli”.

Questo perché molto spesso la solitudine viene vissuta in modo molto ingombrante, come se “stare con sé stessi” non sia abbastanza e anzi diventa qualcosa di doloroso.

Questo accade perché molto spesso la solitudine viene associata con una svalutazione di sé stessi.

Il pensiero che è alla base di questo ragionamento si potrebbe tradurre con una frase del tipo: “Se sono solo/a significa che non sono desiderabile”.

Da questo prendono vita quindi delle emozioni e delle sensazioni negative come per esempio l’abbandono, la tristezza, il rifiuto.

Se dovessimo basarci su questo concetto, l’unica cura alla solitudine sarebbe solo ed esclusivamente la costruzione di un rapporto di coppia.

Ma in realtà non è così.

Ci si dimentica spesso che, a volte, possiamo sperimentare la solitudine anche quando viviamo una relazione con l’altro e questo, per esempio, può avvenire se ci sono delle carenze affettive.

La coppia purtroppo non rappresenta e soprattutto non è un antidoto alla solitudine.

Abbiamo bisogno di fermarci a riflettere su un fattore molto importante che è quello che il nostro primo vero partner che ognuno di noi ha nella vita è sé stesso.

Se non avessimo la solitudine non avremmo neanche la possibilità di amarci, conoscerci e per dedicare del tempo a noi stessi.

Stare bene con sé stessi implica anche il riuscire a stare bene con gli altri e come è facilmente intuibile, questo implica anche che questa è una condizione fondamentale per riuscire a stare bene all’interno di una coppia.

Quindi è logico dopotutto che sia più conveniente scegliere la solitudine ad una relazione di coppia “forzata” e che si basa solo ed esclusivamente sulla paura di rimanere soli.

Abbiamo bisogno di fermarci a riflettere su un fattore importante che è quello che il primo vero partner che ognuno di noi ha nel corso della vita è sé stesso.

Se non avessimo la solitudine non avremmo la possibilità di conoscerci, di amarci e di dedicarci del tempo.

Stare bene con sé stessi implica il riuscire a stare bene anche con gli altri e come è facilmente capibile questo implica che sia una condizione fondamentale per stare bene in coppia.

Quindi dopo tutto è logico che convenga scegliere la solitudine ad una relazione di coppia “forzata”, che si basa solo ed esclusivamente sul desiderio di non rimanere soli.